
27 aprile 2020
Ieri sera, insieme a due uova al tegamino e un po’ d’insalata, ero davanti alla TV in trepidante attesa dell’ennesimo annuncio di Giuseppi&Co. Mi sentivo come un carcerato in attesa di amnistia. Ma l’amnistia non c’è stata. Quello che io, le uova e l’insalata abbiamo capito è stata invece la confusione che Giuseppi&Co sono riusciti a fare tra linee guida per la ripresa della vita della nazione – che non a caso è singolare – e gestione minuta e dettagliata delle vite dei cittadini – che non a caso sono plurali. Ne risulta un quadro complicatissimo e per larga parte comico. Devi salire su un autobus a posti dimezzati, puoi andare in albergo, ma il caffè te lo fai con la moka che ti sei portato da casa, vai a lavorare, ma i figli li lasci…legati sul terrazzo (visto che come dice Trump i raggi UVA fanno bene e un po’ di disciplina non guasta). Puoi fare un funerale, ma a inviti – solo “distinguished persons”. I comuni attiveranno un servizio di buttafuori per la selezione all’ingresso del camposanto. E poi al museo potrete andare – massa di ignoranti che vi farà anche bene un po’ di cultura – ma alla messa no, perché come cantava Guccini “…Dio è morto…” o se non è morto non si sente poi tanto bene. Potremo andare a trovare zia Adelina, ma solo se si è sposata con Adelmo che abita nel natio borgo selvaggio. Per tua sorella che ha vinto un concorso alle poste e adesso lavora ed è prigioniera a Reggio Emilia non si può. E’ fuori regione, ma verrebbe da dire fuori rAgione.
Mi chiedo – anzi io, le uova e l’insalata ci chiediamo – ma non sarebbe stato più intelligente dare linee-guida per la riapertura? Del tipo “…state lontani tre metri, portate le mascherine e i guanti, entrate due alla volta e misuratevi la temperatura, etc…” e quindi lasciarne l’applicazione pratica a chi quel mestiere o quella realtà vivono nonché il controllo a chi quella stessa realtà sorveglia? Ma la tentazione della micro-dirigenza (si dice anche micro-management, lo so anche io) è stata troppo forte e, come al solito, creerà casino. Al contrario due parole sulla sanità me le sarei aspettate da Giuseppi&Co. E non parlo di mascherine e tute protettive, che faranno parte dei prossimi corredi di nozze. No. Penso invece se si intenderà seguire il modello veneto-tedesco fatto di medici di base, di medicina di prossimità e di rapidi interventi su chi, inevitabilmente, si ammalerà oppure si continuerà con i lazzaretti lombardi, tanto cari al Manzoni e a Fontana? Ci si affiderà ai campi minati di De Luca, a Santa Rosalia, alla secessione sanitaria? Credo che in nome della democrazia e dell’autonomia alla fine ognuno farà come gli pare. Come al solito. Arriveranno quindi occhiuti e pedanti carabinieri a scroccare 300 euro di multa al primo pensionato che passa, come al solito e ancora come al solito morirà qualcuno, ucciso dal virus dell’inefficienza e dell’arroganza e prontamente dichiarato Martire o Eroe. Ho la brutta sensazione che siamo usciti dall’emergenza sanitaria per entrare nel caos organizzativo che ci ricondurrà all’emergenza sanitaria in una fantastica ruota della sfortuna che né io, né le uova vorremo sopportare. In una cosa Giuseppi&Co ha però ragione: lo slogan “Se vuoi bene all’Italia, mantieni le distanze”. Sarebbe il caso che per il bene della nazione iniziasse a farlo.