
VALUTAZIONE GENERALE
Un mese dopo l’inizio della fase decisiva dell’offensiva per la conquista del Donbass, le forze russe controllano a stento una sacca di 15 x 20 km attorno ad IZIUM. Finora sembrano aver rinunciato a impadronirsi di BARVINKOVE, punto chiave nella rete stradale, a 40 km a ovest di SLOVIANSK. Tale situazione quando considerata in sistema con gli improduttivi attacchi provenienti da sud e in particolare dalla città di DONETSK, porterebbe a pensare che la grande «tenaglia» che avrebbe dovuto circondare l’intera provincia di Donetsk non è attualmente più credibile.
In sintesi, l’offensiva russa si concentra sempre più sulla conquista di SLOVIANSK e di SEVERDONETSK, accontentandosi di contenere le forze ucraine nel resto del Donbass e di mettersi in posizione difensiva nelle regioni di KHARKIV e KHERSON. I russi avanzano molto lentamente, con perdite significative e la battaglia di manovra si sta trasformando sempre più in battaglia di usura dove il precario rapporto di forze tra difensore e attaccante sta progressivamente togliendo ogni slancio alla offensiva. Peraltro le forze ucraine hanno condotto un robusto contrattacco nel settore nord che ha portato alla liberazione di KHARKIV costringendo il comando russo a distogliere alle già esigue forze a disposizione un certo numero di gruppi tattici incaricati di contenere questo contrattacco.
Se il fronte del Donbass, con le sue piazzaforti urbane di SEVERODONETSK, IZIUM, SLOVIANSK e KROMATORSK, continua a resistere forse sarà proprio qui che nei prossimi giorni l’esercito ucraino concentrerà il suo sforzo difensivo. Da parte russa, se si constatasse che il fronte del Donbass settentrionale è ormai bloccato, si potrebbe tentare una nuova offensiva locale nella zona ZAPORIJIA-DONETSK dove hanno il maggior potenziale contro forze ucraine poco dense. Ciò spiegherebbe anche il rafforzamento delle posizioni russe nella regione da parte di unità ridislocate da Donetsk e da Mariupol, dove intanto i combattimenti continuano. Tuttavia, qualora l’ipotesi si dimostrasse perseguibile, è difficile immaginare un risultato importante nella zona di ZAPORIJIA prima di giugno.
Dalla parte di KHERSON i combattimenti hanno raggiunto un equilibrio. L’agitazione in Transnistria, gli attacchi missilistici su ODESSA, la distruzione del ponte di ZATOKA sono comunque segnali da parte russa di voler mantenere l’attenzione e quindi le forze su questo lato, obbligando come conseguenza gli ucraini a fare altrettanto a decremento delle unità destinate al fronte del Donbass.
È invece dalla parte di KHARKIV che gli ucraini stanno concentrando il loro sforzo controffensivo. Il fatto che vi dedichino brigate che potrebbero essere impegnate nel settore di SLOVIANSK dimostra la loro fiducia nella capacità di resistenza di questa città come di SEVERODONETZ. Nell’immediato, questo ha eliminato la minaccia dell’artiglieria sulla città e a breve termine potrebbe costringere i russi a ritirare forze dalla tasca di IZIUM per rafforzare le loro retrovie sottraendo ulteriori forze ad un’offensiva già precaria.
GENERALITA’
Livello politico-strategico.
- Il 9 maggio a Mosca e in numerose città russe si è tenuta la parata per celebrare la vittoria sul nazismo nel 1945. L’atteso discorso del presidente Putin è sembrato rivolto più al popolo russo che alla NATO e non sono state date indicazioni circa esito o durata della operazione militare speciale.
- Il sesto pacchetto di sanzioni economiche contro la Federazione russa non ha ancora visto la luce. Il nodo più controverso riguarda l’embargo alla fornitura di petrolio. Particolarmente contraria a questa misura è l’Ungheria seguita dalla Slovacchia e dalla Bulgaria.
- I parlamenti di Svezia e Finlandia hanno annunciato di aver avanzato richiesta di adesione all’Alleanza Atlantica. Le due nazioni da tempo collaborano con l’Alleanza e Fonti NATO hanno sottolineato che i tempi per il loro ingresso ufficiale saranno contenuti in qualche mese. Il presidente della federazione russa, Vladymir Putin, ha dichiarato che: “l’espansione provocherà di sicuro una risposta”.
- Il 14 maggio il segretario alla Difesa americano Lloyd Austin ha avuto una conversazione telefonica di circa un’ora con la sua controparte russa, Sergei Shoigu. Fonti americane fanno sapere che la telefonata non ha risolto alcuna questione pressante, né ha modificato l’atteggiamento russo, tuttavia essa ha interrotto un silenzio che durava da 85 giorni.
- Il presidente Putin ha dichiarato all’agenzia TASS che:” “Nel corso dell’operazione speciale in Ucraina sono state ottenute prove documentate che testimoniano il fatto che venivano creati vicino ai nostri confini dei laboratori di armi biologiche…Ci sono estremisti in tutti i Paesi, eppure l’Ucraina ha fatto dei suoi nazisti degli eroi nazionali…Il neonazismo rampante è stato osservato da tempo in Ucraina, l’Occidente chiude un occhio su questo“.
- Il segretario generale della NATO Stoltemberg ha dichiarato che:”…l’Ucraina può vincere la guerra”. Questa convinzione inizia a farsi strada anche tra le autorità di Kiev che in più occasioni hanno ribadito che l’obiettivo politico-strategico è la liberazione completa del Donbass e la riconquista della Crimea.
Livello operativo-tattico
Le operazioni in corso in Ucraina si svolgono su un fronte di circa 900 km da KHARKIV a MYKOLAYEV. Oltre alla linea di contatto sono fortemente coinvolte anche le retrovie di fronte dove sono state infiltrati piccoli reparti di fanteria/Forze Speciali e dove si sviluppa una consistente parte dello sforzo aereo. In particolare quest’ampia zona comprende l’intera Ucraina, la parte della Russia vicina al confine, la Bielorussia e il Mar Nero fino all’isola dei Serpenti.
Su questo fronte di quasi 900 km sono dislocate e combattono 27 brigate di manovra ucraine, composte da tre a cinque battaglioni, nonché alcune brigate di Guardia nazionale/territoriale distribuite in modo disuguale in linea e nei centri abitati. Queste forze sono sostenute da alcuni reggimenti o brigate di artiglieria e da sporadici interventi aerei.
Di fronte, le divisioni e brigate russe allineano per ora 95 gruppi tattici su 140 stimati come disponibili [1]. Alle forze regolari russe si devono sommare due cosiddetti Corpi d’Armata forniti dalle repubbliche separatiste equivalenti ad altri quindici gruppi tattici. A queste che sono definite forze di manovra si affiancano numerose unità di supporto al combattimento e logistiche. In particolare si tratta di brigate di artiglieria, missili e lanciarazzi. L’insieme può beneficiare ogni giorno di circa 2-300 sortite aeree sia di supporto aereo ravvicinato sia per l’interdizione del campo di battaglia.
Le forze sono dunque sostanzialmente bilanciate lungo tutto il fronte. Nei punti di maggiore attrito i battaglioni ucraini sembrano avere una qualità tecnico-tattica e una determinazione a combattere superiore degli omologhi russi che però compensarono questa inferiorità con una maggiore potenza di fuoco, in particolare di artiglieria. Entrambe le parti, soprattutto quelle ucraine, hanno il vantaggio difensivo di posizioni organizzate. In queste condizioni è difficile poter progredire e quindi ottenere nell’immediato effetti decisivi.
Da parte russa l’unico modo sarebbe raggiungere un rapporto di forze statico di almeno 2:1 in termini di gruppi tattici, almeno nei settori dove si è deciso di sviluppare i principali sforzi offensivi. Tuttavia le riserve, a livello sia tattico sia operativo, sono assai scarse, malgrado l’aver già recuperati quasi tutti i gruppi tattici resi disponibili dall’abbandono di KIEV, CHERNYHIV e SUMY.
Anche sul lato ucraino la disponibilità di riserve è piuttosto limitato – forse 5 brigate – considerando anche l’usura dei combattimenti a Kiev e nel nord-est. La vera riserva operativa ucraina proviene dall’aiuto occidentale, e principalmente americano, e dallo sforzo intenso di istruzione e di addestramento delle nuove reclute che può permettere, oltre ad alimentare le unità già impegnate, anche di costituire nuovi battaglioni.
Per il momento, in entrambi gli schieramenti, non si intravede altra soluzione che ridistribuire le forze lungo la linea del fronte, concentrandole nelle zone di attacco e accettando un’inferiorità nei settori ritenuti secondari. Senza dubbio spinti dalla necessità di ottenere risultati rapidi, sono stati i russi che hanno proceduto alle maggiori ridistribuzioni accettando una bassa densità di forze nei settori di KHERSON e di KHARKIV per concentrare quasi 50 gruppi tattici e unità di supporto al combattimento nella zona IZIUM e POPASNA e intorno alle tre città-obiettivo di SLOVIANSK, SERVERODONETSK e KRAMATOVSK. Di contro, in questo settore, le forze ucraine ammontano a circa 10 brigate di manovra ora inforzate dalla 17a brigata corazzata e da circa venti battaglioni di territoriali e guardie nazionali.
Il rapporto di forze è più equilibrato che nella regione settentrionale di KHARKIV, ma è a KHERSON che un eventuale successo tattico ucraino potrebbe avere conseguenze operative di livello (minaccia sulla Crimea, ripresa dell’intera area Sud mal difesa).
- POTERE AEREO
Prosegue, se pur con minore intensità, l’offensiva aerea nell’ovest dell’Ucraina allo scopo di impedire o per lo meno rallentare il flusso di armamento e munizionamento occidentali verso l’area della battaglia in Donbass. Al riguardo obiettivo primario è rendere non operativa la rete ferroviaria. Inizialmente, tali operazioni sono state eseguite con missili da crociera come Kh-101 e Kh-555 (nome in codice ASCC/ NATO AS-15 Kent’). Questi sono stati lanciati esclusivamente da bombardieri strategici come Tupolev Tu-95 e Tu-160. Talvolta per il lancio dei missili sono stati utilizzati anche navi e sommergibili (missile 3M-54 Kalibr). A tale riguardo da parte ucraina le misure antimissile si sono rivelate sufficientemente efficaci, portando l’abbattimento in volo di numerosi missili balistici e cruise.

Man mano che le scorte russe si assottigliano sono stati utilizzati anche missili P-600 Onix/Yakhont del sistema di difesa costiera K-300P Bastion-P (SS-C-5 Stooge’), dai siti della penisola di Crimea occupata, oltre, naturalmente, missili balistici, come il 9K720 Iskander (SS-26 Stone’). Per salvaguardare le loro scorte di missili balistici e da crociera le forze russe hanno inoltre iniziato a impiegare anche i vecchi Kh-59 (AS-13 Kingbolt’), missili tattici a guida elettro-ottica con una portata di circa 100-150km.
SETTORE NORD
Area di KHARKIV: Le forze ucraine hanno liberato la città di KHARKIV, raggiungendo in alcuni punti il confine con la Russia. In particolare il 15 maggio, il 92º reggimento meccanizzato ucraino ha forzato le difese russe tra TERNOVA e il fiume SIVERSKY DONETS, raggiungendo il confine russo.
Area di IZIUM – L’obiettivo iniziale dell’offensiva di aprire una breccia nella difesa ucraina per consentire l’immissione di forze che verosimilmente avrebbero puntato a sud per realizzare l’avvolgimento delle brigate ucraine in difesa è lungi dall’essere conseguito. Lo sforzo principale dell’esercito russo sviluppato lungo due direttrici non manifesta significativi progressi malgrado un poderoso impiego di munizionamento e di uomini. In particolare:
- lungo la direttrice IZIUM-LYMAN-RUBIZHNE, che punta al caposaldo difensivo di SEVERODONETSK, le forze russe hanno ormai raggiunto la periferia di quest’ultima città.
- sulla seconda direttrice, che procede da IZIUM e LYMAN in direzione di SLOVIANSK-KRAMATORSK non si riportano invece significativi progressi da parte russa mentre numerosi contrattacchi locali da parte ucraina hanno imposto un severo tasso di logoramento agli attaccanti. In questa zona le forze russe hanno finora conquistato una sacca di 15 km a ovest e di 20 km a sud di IZIUM combattendo contro quattro brigate ucraine e sembrano per il momento aver rinunciato a impadronirsi di BARVINKOVE, punto chiave, 40 km a ovest di SLOVIANSK.
Le forze russe sembrano ora concentrare i loro sforzi offensivi sulle città di SLOVIANSK e SEVERODONETSK. A causa della dura resistenza ucraina e del non decisivo rapporto di forze i russi stanno conducendo due sforzi offensivi che, se anche se condotti contemporaneamente, appaiono separati e non facenti parte di un unico disegno di manovra.
In particolare:
- lungo l’asse “SLOVIANSK”, nella sacca di IZIUM a ovest di SLOVIANSK, la 2ª divisione motorizzata “Guardie” controlla con il fuoco di artiglieria la 81ª brigata d’assalto aereo ucraina, ma senza attaccarla.
Lo sforzo principale è invece apparentemente condotto a nord-est di SLOVIANSK, lungo l’asse che da OLEKSANDRIVNA va verso la testa del ponte di OZERNE, il parco naturale SVIATI HORY e il fiume DONETS.
Da parte ucraina, a nord di SLOVIANSK, la 57a brigata motorizzata ucraina si è ritirata di una decina di chilometri e probabilmente nei prossimi giorni sarà difficile mantenere il controllo della città di LYMAN. A tale riguardo sembrerebbe che il 239° reggimento carri “Guardie” e il 228° reggimento motorizzato russi, entrambi appartenenti alla 90a divisione corazzata “Guardie”, stiano attaccando la città.
- Lungo la seconda direttrice “SEVERODONETSK” le forze russe moltiplicarono gli attacchi alla periferia di SEVERODONETSK nonché a LYSYCHANSK e a KUPIANSK. Il il 13 maggio, il tentativo di attraversamento del fiume SIVERSKY DONETZ nei pressi del villaggio di BILOHORIVKA si è concluso con un fallimento. Nelle immediate adiacenze del ponte di barche gittato dal genio russo l’artiglieria ucraina ha distrutto l’equivalente di un gruppo tattico della 35a brigata motorizzata. Si ha inoltre notizia che anche le altre due o tre teste di ponte russe al di là del fiume sono state contenute/eliminate.

Figura 4. Il ponte di Bílogorívka distrutto dal fuoco ucraino
Qualche successo i russi sono riusciti a conseguirlo a nord di POPASNA dove i reparti del 150° divisione, rinforzati da due battaglioni di fanteria di marina e da distaccamenti del “gruppo Wagner”, sono entrati a KOMYSHUVAKHA (a nord di Popasna) e stanno spingendo su DRUZHBA (a ovest di Popasna).
SETTORE SUD
Area di ZAPORJIA – quest’area è più favorevole alle forze russe che qui dispongono di una quindicina di gruppi tattici contro quattro brigate ucraine di cui una di territoriale e una di guardia nazionale. La progressione russa è sensibile a ORIKHIV, a 30 km da ZAPORIJJIA e a HOULIAPOLE. Tuttavia, tenuto anche conto dell’alto valore impeditivo del fiume DNEPR in quest’area gli ucraini possono permettersi ancora qualche cessione di spazio. Le forze russe stanno concentrando le loro azioni sui nodi stradali e ferroviari allo scopo di rallentare o eliminare il flusso dei rifornimenti che dagli scali della città tenta di raggiungere il Donbass. Di tratta principalmente di azioni di fuoco condotte da artiglieria e da missili, ma non si riportano per ora altre significative azioni terrestri da parte di unità russe.
Area di KHERSON – La 49a armata corazzata combinata russa, che ha la responsabilità di questo settore, cerca di mantenere il controllo delle zone occupate principalmente attraverso l’impiego del fuoco, ma limitando le azioni di fanteria a locali puntate offensive. Le forze ucraine in questo settore sono stimate in cinque brigate di manovra appoggiate da due brigate territoriali/Guardia nazionale. Ad esse si contrappongono sette brigate/reggimenti russi con capacità operativa ridotta. Del preannunciato/possibile attacco in direzione di MYKOLAYEV e di KRYVYI RIH non c’è ancora traccia.
MARIUPOL –Nell’acciaieria AZOVSTAL i difensori continuano a resistere e i russi si sono decisi a pesanti bombardamenti d’artiglieria e aerei. Al momento la resistenza è poco più che nominale. Nei giorni del 14, 15 e 16 maggio si è provveduto all’evacuazione di alcuni civili e dei militari feriti. Questi ultimi sono stati evacuati da truppe russe verso la provincia di Donetz controllata da Mosca.
[1] Un gruppo tattico (in alcuni documenti denominato “gruppo da battaglia”) è mediamente costituito da 900 – 1200 uomini suddivisi in un battaglione corazzato rinforzato da reparti di fanteria meccanizzata e da un gruppo di artiglieria campale, in genere semovente che assicura al gruppo tattico il supporto di fuoco d’aderenza.