2 GIUGNO 2022 – FESTA DELLA REPUBBLICA. Abbiamo…

Ci voleva Serghej Markov, direttore dell’Istituto di ricerche politiche di Mosca e uomo di fiducia di Vladimir Putin dal 2011 al 2018 per farmi svegliare oggi, 2 giugno, contento d’essere cittadino italiano.

(foto di mia zia)

Lo so che oggi è la festa della Repubblica, per questo ho scritto “cittadino” e non semplicemente “italiano”, ma fatemi ritornare per un momento a Markov che ieri ho incontrato a “Controcorrente”, su Rete 4.

Già, ecco un’altra delle bizzarre coincidenze che possono capitare in questo paese dove se scrivi su un social, qualcuno lo legge, ti telefona, vuole saperne di più e alla fine ti invita a dirlo in TV. A dire il vero anche nel paese di Markov se scrivi sui social qualcuno ti legge, ma poi arriva la polizia. E sempre parlando con Markov che si rivolgeva ai bombardati di Mariupol come “i nostri fratelli ucraini”, riflettevo che anche noi abbiamo fratelli italiani sparsi un po’ in tutto il mondo, ma non ci viene in mente di sostenerli e proteggerli prendendoli a cannonate. Abbiamo pensato di concedergli il voto – sarà una sciocchezza? Forse si, o forse no, ma alle cannonate abbiamo preferito il voto.

Markov può obiettarmi che loro, i russi, come ministro degli esteri hanno quel volpone di Sergej Lavrov e noi Giggino Di Maio da Avellino, ma almeno noi a Giggino l’abbiamo votato. Certo, direte voi, abbiamo anche votato Matteo Salvini che novello San Francesco voleva partire per Mosca e redimere il Sultano; il cavaliere non più cavaliere Silvio da Arcore che pur possedendo un sacco di TV invece di guardarsi Bonolis preferiva passare il tempo toccando il culo alle diciottenni, Toninelli per il quale basta la parola per evocare soperchio sgomento e via così.

Comprensorio delle grotte di Frasassi (Ancona) Tempietto del Valladier (foto p.Capitini)

E’ ormai un dato scientificamente acquisito che l’Italia può vantare la classe politica più scarsa dell’intero sistema solare, Urano incluso, ma almeno l’abbiamo votata noi, con le nostre manine sante. Non dimentichiamoci poi che la nostra costituzione parla di una Repubblica democratica fondata sul lavoro, mica sull’intelligenza politica e il buon senso.

A ben guardare anche di lavoro ce n’è pochino, mal pagato e precario, ma almeno nessuno può dirti: “…il lavoro non te lo do perché sei nero, meridionale o ebreo ortodosso…”. Non vale, è ovvio, per le nostre giovani donne che aspettando un bimbo si sentono rispondere che il lavoro per loro non c’è in quanto incinte, ma questi sono particolari di poco conto che si superano facilmente non facendo più figli.

Abbiamo anche una scuola pubblica, almeno finché reggeranno i controsoffitti in cartongesso, ma dove ogni insegnante è libero di insegnare a modo suo. Gli si chiede solo di seguire il programma dell’immancabile ministero e di non far propaganda filo nazista o per il Ku Klux Klan.

Abbiamo un esercito (e anche una Marina e un’Aeronautica) che giura sulla Bandiera “…di essere fedele alla Repubblica, di osservarne la costituzione e le leggi e di adempiere con disciplina e onore ai propri doveri...”. Mica patti di sangue con il primo fuhrer che passa e nemmeno con il governo, ma con la repubblica tutta quanta.

Gatto italiano in posa italiana il giorno della festa della Repubblica (foto p.Capitini)

Abbiamo una giustizia. Si lo so che a questo punto avete avuto un sobbalzo. Ebbene si; anche noi abbiamo una giustizia. Lo so che ci vuole un’era geologica per concludere un processo e che giusto ieri un uomo di Neanderthal ha vinto la causa contro un allevatore di mammuth che gli aveva occupato la caverna. Lo so che abbiamo la Mafia (per rispetto dell’onorata società la scrivo in maiuscolo), la camorra e la NDRANGHETA (questa va tutta maiuscola) che talvolta hanno arruolato giudici e quando non sono riusciti ad arruolarli li hanno fatti saltare in aria, però abbiamo ancora il diritto a un pubblico processo, a una difesa a nostra scelta, a essere giudicati in base alla legge e non in base a “…quello mi sta sulle palle, mandiamolo in Siberia o avveleniamolo con il polonio”. Per fortuna da noi se ti vogliono ammazzare ti sparano e non vanno cercando sostanze così rare che neppure Mendeleev con la sua tavola degli elementi sapeva esistessero.

Abbiamo anche una sanità (lo so, altro sobbalzo. Tranquilli c’abbiamo anche la sanità) che malgrado il lugubre ministro Speranza e i suoi predecessori a cui andrebbe assegnato il premio Attila per i servigi resi nel cercare di mandarci tutti al Creatore; malgrado tutto ciò abbiamo una sanità che non ti chiede se hai la carta di credito o l’assicurazione sulla vita ma solo: “…dove le fa male?” Certo siamo anche il paese dove un primario di ospedale pubblico guadagna la metà di un medico di base che ti visita per telefono manco fosse la cartomante Eloisa che ti libera dal malocchio, però sono gli stessi ospedali dove gran parte di noi ha trovato competenza, gentilezza e volontà di farti guarire (parlo per esperienza personale).

Abbiamo anche un sacco di altre cose come il caffè, i tortellini, il morellino di Scansano, un terzo delle opere d’arte dell’intero pianeta, un paesaggio che l’ONU ha dichiarato “patrimonio dell’umanità”, la cassata siciliana e il tramonto a Capri e molto altro. Tutte cose che non fanno parte della Repubblica ma senza le quali saremo forse cittadini ma di certo non italiani. Per cui, gente! Festeggiamo la nostra repubblica che ci poteva andare molto peggio.