Il titolo è stato suggerito da Rosa, una di quegli angeli del soccorso ai quali durante il Covid volevamo erigere un monumento e che ho avuto la fortuna di conoscere durante il terremoto di Haiti di dodici anni fa.
Il libro di Carrére è dedicato ad un personaggio che se non fosse già russo sarebbe stato benissimo nella galleria umana di Jack London. Limonov infatti non è un personaggio inventato. Esiste davvero: «è stato teppista in Ucraina, idolo dell’underground sovietico, barbone e poi domestico di un miliardario a Manhattan, scrittore alla moda a Parigi, soldato sperduto nei Balcani; e adesso, nell’immenso bordello del dopo comunismo, vecchio capo carismatico di un partito di giovani desperados. Lui si vede come un eroe, ma lo si può considerare anche una carogna: io sospendo il giudizio» si legge nelle prime pagine di questo libro. E se Carrère ha deciso di scriverlo è perché ha pensato «che la sua vita romanzesca e spericolata raccontasse qualcosa, non solamente di lui, Limonov, non solamente della Russia, ma della storia di noi tutti dopo la fine della seconda guerra mondiale».
Emmanuele Carrére – LIMONOV – edizioni ADELPHI