Mentre con una mano agitano Vladimiro, con l’altra ci tolgono il portafoglio. Qualche riflessione su Rearm Europe
Di recente mi sono rivisto “La caduta – gli ultimi giorni di Hitler”, un film del 2004 con un magistrale Bruno Ganz nelle difficile parte di un Adolfo agli sgoccioli, ormai disconnesso dalla realtà di una guerra perduta. Tra un urlo, una destituzione e un momento di depressione Adolfo vagheggiava della 9^ armata di Busse pronta nei suoi sogni a respingere i bolscevichi fuori da Berlino. In realtà i russi di Zucov e gli ucraini di Konev erano già sulla Voss Strasse, a 400 metri dalla Neue Reichskanzlei da dove la Germania avrebbe dovuto governare il mondo per mille anni. Grande film.

E deve averlo visto anche EuroUrsula rimanendone talmente impressionata da credere che i russi, questa volta quelli di Gerasimov, fossero di nuovo nei sobborghi di Berlino. Attraversando uno Stargate che univa la primavera del ‘45 a quella del 2025, EuroUrsula ha suonato la sirena e chiamato alle armi i popoli, anzi, i governi e le banche d’Europa annunciando loro che non c’era un secondo da perdere. Vladimiro, in preda a bulimia da zolla era già in marcia verso ovest. Sembrava che uno dei satelliti di Elonio l’avesse individuato in fila tra Roncobilaccio e Barberino del Mugello, ma la notizia non era stata confermata.
Tanta era la paura di EuroUrsula da non darle il tempo né per l’ennesima messa in piega e neppure per informare quel simulacro di democrazia rappresentativa che è il parlamento europeo. La Sventurata si era rivolta direttamente al Consiglio europeo, vale a dire al consesso dove si riuniscono i capi di Stato e di governo dei paesi dell’Unione. Nel nostro caso la Giorgia Nazionale. Rivolgendosi a chi in Europa comanda davvero EuroUrsula non ha però fatto appello né ai luminosi destini della Patria, né alle virtù guerriere degli avi e neppure ai sacri valori della Civiltà occidentale minacciati dalle orde ex-bolsceviche. Per carità. Al contrario ha parlato di soldi. Tanti, tanti soldi.

Per memoria riassumo il nocciolo dell’appello. Ci sono circa 800 miliardi di euro da spendere con estrema urgenza, ma a parte un 150 miliardi, questi soldi non sono da pescare dai fondi europei (che poi sono sempre soldi versati al fondo dagli stati nazionali), ma vanno trovati nelle pieghe dei singoli bilanci nazionali.
E se qualcuno, guardando alle desolate condizioni delle proprie finanze, proprio non riesce a trovare quei 30 o 40 miliardi per difendere la civiltà? DO NOT PANIC! EuroUrsula autorizza tutti i Paesi a fare debito. Quando si parla di debito pubblico noi italiani di certo non abbiamo niente da imparare da nessuno visto che siamo a 2.561 miliardi (fonte ministero del Tesoro, dati al 25 febbraio 2025). Cosa vuoi che sia aumentare il tutto di altri 30 o 40 miliardi? È vero però che quando abbiamo chiesto di indebitarci per modernizzare la rete delle infrastrutture strategiche; la sanità post-Covid e persino per mettere in sicurezza le parti più malandate del nostro tremolante paese che ogni tre-per-due frana o finisce sott’acqua la stessa EuroUrsula ci ha fulminati con un’occhiataccia che avrebbe gelato persino Ebenezer Scrooge. Allora perché adesso c’è tutta questa fretta? Oltretutto la Polstrada ha intanto precisato che tra Barberino di Mugello e Roncobilaccio ci sono sempre i soliti rallentamenti, ma di Vladimiro nemmeno l’ombra e c’è chi addirittura inizia a parlare di trattative di pace per porre fine al conflitto d’Ucraina.

Si sa che di Vladimiro non ci si può fidare. Ne sanno qualcosa Aleksej Navalnyj, Anna Politkovskaja e 40 milioni di ucraini. Così EuroUrsula ha deciso che dovevamo armarci per dissuaderlo dal farci una guerra che lui non ha alcuna intenzione di farci e per essere noi pronti per una guerra che nessun europeo è disposto a combattere. Sembra di essere in una pièce di Ionesco.
Se Vladimiro non solo non ha intenzione di attaccarci, ma non ne ha neppure i mezzi, almeno non più di quelli che ha sempre avuto a disposizione. Se da qui ai prossimi 20 anni non avremo alcun esercito europeo inteso come strumento dell’Unione Europea. Se l’Unione per come è stata pensata non ha autonoma capacità di dichiarare guerra a chicchessia e neppure di intraprendere una propria politica estera o interna per il semplice fatto che NON E’ uno Stato, né una federazione di Stati e neppure una Confederazione, ma una “Cosa” che, forse diverrà col tempo qualcosa di riconoscibile, magari come diceva il Senatore Monti: “…crescendo da una crisi all’altra”. Se EuroUrsula non ha pensato di presentare uno straccio di piano strategico, magari derivato da un qualche studio sulla sicurezza sviluppato da un ente o da università che, grazie a Dio, in Europa non mancano. Se per rispondere alla domanda su quale fosse la minaccia da affrontare gli stessi militari non sono stati neppure interrogati. Se, dunque, si mettono in fila tutti questi “se” viene spontaneo sospettare che dietro a tutta questa fretta ci sia dell’altro. Cosa?

Il primo sospetto è che REarm Europe non sia un piano per la Difesa&Sicurezza ma una grande manovra finanziaria e, contemporaneamente, un’azione politico-sociale che punta a un preciso obiettivo.
Chiedere, anzi ordinare, ai Paesi europei di indebitarsi, anche se a condizioni favorevoli, comporterà infatti inevitabilmente il verificarsi di uno dei seguenti scenari. Il primo. Si emetteranno buoni del tesoro sperando che i mercati li acquistino in gran quantità in modo da far crescere il debito dello Stato senza però aumentare le tasse. Il secondo, si aumenteranno tasse, imposte e accise per recuperare, almeno in parte, la somma richiesta (dai 20 ai 40 miliardi). Il terzo, si sposteranno parte dei fondi già destinati ad altri settori (scuola, sanità, infrastrutture) per destinarli a quello Difesa&Sicurezza. Il quarto scenario è una combinazione dei tre precedenti in percentuali tutte da definire.

In ogni caso il tenore di vita dei cittadini, la disponibilità dei servizi – soprattutto sanità e scuola – inizierà o continuerà a decadere, forse poco, forse tanto, ma decadrà. Il che vuol dire che chi se lo può permettere attingerà ai propri risparmi per compensare il peggioramento del servizio pubblico. E chi fornisce servizi privati a pagamento? Le assicurazioni private, la previdenza privata, la sanità privata. Tutte cose le cui azioni sono in mano ai grandi fondi di investimento internazionali, la maggior parte dei quali americani.
Fino a oggi la maggior parte dei soldi gestiti da questi importanti gruppi – fondi provenienti dal così detto “risparmio gestito” – sono finiti in due comparti principali. Il primo è quello dell’Alta Tecnologia, il secondo quello farmaceutico. L’insieme del comparto High TEch (Google, Invida, Tesla, Apple e altri gruppi) è attualmente valutato in borsa attorno ai 15.000 miliardi (quindicimila miliardi di dollari che scritto verrebbe così 15.000.000.000.000 $). Non si tratta di un valore effettivo, cioè derivante da prodotti, infrastrutture, lavoro, oggetti o servizi reali, ma dalla promessa che prima o poi questi si realizzeranno rendendo ricchissimi i possessori delle azioni. È quella che si definisce una “bolla” che come tutte le bolle, prima o poi scoppierà. Quella immobiliare del 2008 era un decimo di questa e ha lasciato il pianeta in mutande per quasi quindici anni. Quella tecnologica e dell’intelligenza artificiale rischia ora di diventare l’Armageddon dell’Occidente.

Il secondo settore è il farmaceutico che, grazie a Dio, regge ancora bene, visto che l’Occidente è pieno di gente anziana e ipocondriaca. Tanto per avere qualche numero nel 2024 La spesa farmaceutica pro-capite italiana (fonte Agenzia Italiana del Farmaco -AIFA) è stata di 612 euro, più o meno sugli stessi livelli di Francia e Spagna e appena inferiore a quelli della Germania (673 euro). Certo i bei tempi del Covid, delle vaccinazioni di massa e delle vagonate di fiale acquistate a prezzi esorbitanti si stanno allontanando e con essi gli extra-profitti per le grandi case farmaceutiche. EuroUrsula ne sa certo qualcosa anche se ormai non si parla più dei contatti diretti e delle altrettanto dirette influenze che la cotonata Valkiria ha intrallazzato con la Pfizzer. Tutto sparito come gli sms che li testimoniavano.
Con un comparto dell’High Tech ipertrofico e – forse – prossimo all’esplosione, e con quello farmaceutico rientrato negli argini, i profeti del capitalismo finanziario avranno pensato bene di rivolgersi al comparto armamenti. Viste le ultime quotazioni di borsa imprese come Fincantieri, Leonardo, Rheinmethal o Thales sembrano averlo compreso alla perfezione.

Alla virata verso il comparto carri armati&affini ha contribuito anche il superflop che le politiche green dell’Unione Europea hanno inflitto all’industria automobilistica europea e che, come direbbe Montalbano, hanno fatto “girare i cabasisi” a gente come VolksWagen, Stellantis, Renault et similia. Una riconversione anche parziale dalle Golf e dalle Smart in blindati potrebbe di certo aiutare a superare il difficile momento imposto all’auto dalla EuroUrsula alla clorofilla.
Ulteriore elemento da considerare è che con questo annuncio EuroUrsula ha tentato di tranquillizzare Donaldo che senza mezzi termini ci ha ordinato di pensare di più ai problemi di sicurezza di casa nostra. Per quanto eccessivo neppure Donaldo ha mai accennato alla possibilità che Vladimiro ci faccia la guerra e anche il segretario di stato Rubio ha confermato che azioni ostili da parte di Mosca sono del tutto improbabili e che comunque sarebbero respinte dalla NATO. Già la NATO. Sembra che EuroUrsula si sia dimenticata che dal 4 aprile 1949 (tra poco sarà il compleanno) l’Organizzazione del Trattato Nord Atlantico ha garantito la sicurezza in Europa occidentale a fronte di russi ben più pericolosi e determinati degli attuali. E continuerà a farlo non per bontà ma perché questo è l’interesse vitale per Donaldo e i suoi successori, azionisti di maggioranza dell’Alleanza.

A ben guardare quello dell’irascibile biondo-che-fa-impazzire-il-mondo è stato un messaggio rassicurante per l’Europa. Cosa ha detto? Semplice. Il concetto si può sintetizzare in:” Europei, banda di sfaticati pelandroni, visto che la Russia non vi attaccherà né ora, né nei prossimi 20 anni, io non ho né il tempo, né la voglia, né i soldati, né i dollari per continuare a mantenere un ombrello militare a stelle strisce sopra di voi. Tenuto conto che avete eserciti in uno stato pietoso e che per fortuna non ne avrete bisogno nell’immediato futuro, iniziate a darvi una sveglia e a buttare i vostri euro in aerei, satelliti e blindati invece che in previdenza, pensioni sociali e sanità. Nel ringraziarvi del 68% di acquisti in tecnologie militari che fate in America, vi sarei grato se passaste velocemente al 75%. Sapete c’ho un problema con la Cina che non mi lascia dormire”.
Sia chiaro, le forze armate dei Paesi europei (quelle europee in senso stretto non esistono), chi più, chi meno, giacciono tutte ai piedi di Pilato e avrebbero bisogno tutte di robusti programmi di ammodernamento e approvvigionamento di materiali, equipaggiamenti e armi. La responsabilità qui non è né di Vladimiro né di Euroursula, ma dal trentennale convincimento che la guerra fosse sparita e che gli eserciti del 2000 sarebbero serviti solo a tenere a bada qualche esaltato dittatorucolo o portare sollievo in qualche landa desolata. La guerra russo-ucraina è stata una sveglia davvero brusca.

Oltre e prima che di armi e scarponi i nostri eserciti avrebbero soprattutto bisogno di uomini. Quest’ultimo aspetto non è stato neppure sfiorato da EuroUrsula e si può essere certi che non lo sarà neppure dai Capi di Stato e di Governo ai quali ha fatto appello. Se infatti si può fare una manovra finanziaria speculativa spostando soldi dalle siringhe e dai vaccini ai cannoni e ai missili, tutt’altro discorso è convincere i giovani dei paesi dell’Unione a indossare una divisa e a rischiare la vita per i valori condivisi dell’Unione. E quali sarebbero? La famiglia? Sono sessant’anni che la si attacca in continuazione. L’ultima invenzione il patriarcato. La Patria? E quando mai, visto che menzionare la terra dei padri è stato per anni e anni sinonimo di fascismo. La Democrazia? Nemmeno. Guardiamo al peso sempre minore che le opinioni del popolo esercitano sulla politica degli stati. Qualche esempio? La legge elettorale italiana che non permette di scegliere i candidati ma solo i partiti o la decisione della corte costituzionale rumena di non far candidare Călin Georgescu perché filo-russo e via così. D’altra parte, non era forse stata Margareth Thatcher, icona dell’imperante neo-liberismo finanziario ad affermare che le società non esistono, ma esistono solo gli individui? E adesso si ha la pretesa che questi individui accorrano sotto le bandiere di un inesistente esercito europeo? Ci vorranno forse 50 o 60 anni e un drastico cambiamento di cultura per poter far loro questa domanda sperando in un ragionevole successo.

In conclusione, se il REarm Europe è con ogni probabilità una manovra di riposizionamento dei mercati finanziari europei; se così facendo si rabbonisce – forse – il Donaldo furioso e lo si dissuade dal imporre dazi del 200 % sul gorgonzola o sul Nebbiolo delle Langhe; se con questa decisione si intende dare un’ulteriore spallata allo stato sociale che ha permesso l’incredibile benessere di un intero continente, spingendolo così verso il modello americano. Se il discorso della EuroUrsula era solo questo, mi chiedo allora che bisogno c’era di scomodare Vladimiro e le sue orde per metterci paura. In Europa apparteniamo tutti a civiltà che hanno almeno un paio di millenni se non molti di più. Abbiamo visto Re e Imperatori, Papi e regine, invasioni, rivoluzioni, pestilenze, guerre quante ne vuoi. Secondo Lei, EuroUrsula, ci dovremo davvero spaventare per Vladimiro bloccato tra Roncobilaccio e Barberino del Mugello. Anche solo per prenderci in giro avremo meritato uno sforzo in più. Ah, lunedì i parrucchieri sono chiusi. Anche a Mosca.