
“STAZIONE DI PERUGIA! TRENO ACCELERATO DA TERONTOLA PER FOLIGNO E’ IN ARRIVO AL BINARIO 1. FERMA A PERUGIA PONTE SAN GIOVANNI; OSPEDALICCHIO; BASTIA UMBRA; ASSISI; CANNARA; SPELLO; FOLIGNO!”
Mia nonna mi teneva forte la mano perché una stazione, con i treni e tutta quella gente, è sempre un posto pericoloso. “Stai attento a Foligno! Non parlare con nessuno e non aprire le porte per nessun motivo!” Annui in silenzio. Mi sentivo grande, come se partissi per un viaggio ai confini del mondo e invece tornavo a casa mia, a Falconara Marittima provincia di Ancona. Però viaggiavo da solo.Vicino a noi due Allievi Ufficiali di Complemento parlavano a bassa voce. Sembrava se la tirassero un po’ con i loro guanti calzati ed il berretto con visiera calato sugli occhi. Erano magri. Erano giovani. Mio nonno mi aveva spiegato che tornavano alla scuola di artiglieria di Foligno e che un giorno sarebbero stati ufficiali. Lo diceva con quel tono di rispetto che solo chi aveva fatto la guerra riusciva ad avere. Passò un bersagliere di leva con uno strano fez rosso, rosso. Nell’incrociare i due AUC fece il saluto. In fondo al binario una coppia di fidanzati non aveva ancora deciso se baciarsi, sorridersi o tenersi per mano e facevano tutto insieme. Li osservai e mi venne da ridere. Non avevo ancora l’età per capire che nella vita può capitare di avere lo stesso cuore diviso in due corpi.

Poco oltre due marinai se ne stavano seduti sulla panchina fumando tranquilli. Il vento leggero sollevava un lembo del solino. Mi sa che tornavano in porto ad Ancona. – Eccolo! – Mia nonna avvistò la locomotiva ancora lontanissima. Non ci vedeva un gran che, poverina, ma la locomotiva non le sfuggiva mai. Credo che per lei portarmi in stazione fosse una sorta di festa. Anche mio padre mi portava ogni tanto a vedere i treni. Agli inizi degli anni ’70 per un bambino guardare i treni era ancora considerato uno spettacolo. Alla fine la motrice si fermò con uno stridio di freni e un leggero tremolio che si trasmise a tutto il marciapiede. E la gente iniziò a correre. Chissà perché: Solo i militari non correvano.Oggi ero a Roma Termini – binario1. Per commemorare il centenario della traslazione del milite ignoto da Aquileia a Roma, le ferrovie e il ministero della difesa hanno allestito un treno del tutto simile a quello che nel 1921 portò a Roma il soldato sconosciuto. Ho fatto la fila e sono salito a bordo di una carrozza di 2^. Odore di creolina e fumo di sigaretta, legno lucido e grasso sui respingenti. Lo stesso del binario 1 a Perugia. Ho cercato gli AUC di Foligno; il bersagliere con il fez e la coppia di marinai. Ho cercato i due fidanzati e anche mia nonna che vedeva i treni prima che arrivassero. Non c’era nessuno, ma io ero lì perché un treno così aveva portato il corpo di un soldato che poteva essere uguale a quelli che avevo visto da bambino a Perugia aspettando l’accelerato per Foligno. In fondo il Milite non è davvero ignoto. Ha la faccia di tutti noi italiani. Anche quella di mia nonna.