
Stavo facendo un giro tra i miei vecchi post quando mi sono imbattuto in questo. E’ del 4 marzo scorso, Una ventina di giorni dopo l’inizio della guerra in Ucraina che oggi è entrata nel suo quinto mese. L’ho riletto e lo trovo ancora attuale.
“VIULENZAAA!” Ve lo ricordate “Attilo lo sfracello de DDio”? Ecco, un’operazione militare non è proprio così, anche se ad ascoltare i talk show, declinati in ogni sfumatura, sembrerebbe di si. Con chi ha pazienza o semplice curiosità proviamo dunque a fare un minimo di chiarezza su alcune affermazioni correnti.
PRIMA CERTEZZA TELEVISIVA: ”I russi sono chiaramente in ritardo”. Ma in ritardo rispetto a cosa? All’orario delle ferrovie ucraine, alla scadenza dell’ICI, alla pasqua ortodossa? Secondo la dottrina ex-sovietica e oggi russa una divisione in offensiva in un giorno avanza da 40 a 70 km. Se paragoniamo questa velocità con quella del nostro Suv sono davvero lenti, ma le nostre tre valige, moglie, due figlie e cane non sono la stessa cosa di 20.000 uomini con carri armati, camion, autoblinde, cannoni, lanciamissili, veicoli corazzati per il trasporto, officine, ospedali, cucine da campo, etc. Per di più dopo un tot di giorni – tre o quattro – i reparti militari – tutti, cosacchi compresi – si devono fermare per quella che è definita “sosta operativa”. Sono soste già pianificate prima dell’offensiva dove vengono svolte centinaia di operazioni diverse, quasi tutte logistiche e tutte assolutamente necessarie. La blitzKrieg non si misura quindi in termini di ore o minuti come l’intervento della volante della polizia, ma in giorni o settimane.

SECONDA CERTEZZA TELEVISIVA. “I russi stanno bombardando indiscriminatamente le città, uccidendo donne e bambini”. Crudele, ingiusto ma parziale. Secondo molte analisi, l’offensiva russa non ha fatto ricorso in modo ampio al sostegno di fuoco aereo e di artiglieria, uno dei punti di forza degli eserciti russi fin dai tempi di Napoleone. E perché? Per diversi possibili motivi. Forse perché Putin non è Gengis Khan e non ha alcun interesse a infliggere ingenti perdite agli ucraini, specie civili, perché è proprio con loro che i russi dovranno convivere nei prossimi decenni. Forse per una ragione più tattica. Nei primi giorni dell’offensiva il comando russo ha infatti deciso di previlegiare l’avanzata rapida in profondità il che avrebbe forse costretto a lasciare indietro molte unità di artiglieria notoriamente più lente della fanteria. Ma non si può andare avanti in eterno; prima o poi ci si deve fermare per ripianare il carburante nei serbatoi, far riposare i soldati, riparare i mezzi che si sono sfasciati per strada, spostare ospedali da campo, vedere se c’è da aggiustare il piano iniziale e anche…far serrare sotto le artiglierie e soprattutto le munizioni per loro stessa natura pesantissime. Mentre a terra si fa questo in aria che succede? Si va avanti con sortite di elicotteri e di caccia-bombardieri per mantenere la pressione sull’avversario e non dargli tempo e modo di migliorare la propria difesa. Anche qui occorre una precisazione. Non solo Tom Cruise in TOPGUN, ma anche i russi hanno necessità di pianificare con attenzione gli obiettivi da colpire con il fuoco aereo. Perché? Perché volare in guerra è un affare molto complesso e rischioso. C’è da stabilire il numero di velivoli da impiegare per la missione, le rotte di avvicinamento e di scampo, il tipo di armamento che si vuole usare per il compito che si è assegnato, coordinarsi con l’artiglieria che a terra potrebbe spararvi scambiandovi per qualcun altro… e via così. L’idea di aerei che svolazzano in cerca da una preda da ghermire come cacciatori in una battuta al fagiano sarà romantica ma non è realistica.

TERZA CERTEZZA. “I russi non entreranno mai in città, sarebbe un’ecatombe!” E chi ci pensa? Ogni militare sa benissimo che spostare il combattimento all’interno di un centro abitato significa far arenare le operazioni in una eterna caccia all’uomo condotta casa per casa che si può protrarre per mesi o anche per anni. Qualche esempio? Sorvolando su Stalingrado e Berlino, pensate a Beirut, Aleppo o a Sarajevo. L’esercito russo sta più ragionevolmente puntando all’aggiramento dei principali centri urbani, per isolarli e continuare a procedere in profondità nel territorio ucraino. Certo in molte città si sono registrate incursioni di piccoli reparti di fanteria, infiltrazioni di forze speciali, incursioni aeree ma niente di più. Il problema per il comando russo è semmai bilanciare le forze da dedicare per mantenere l’accerchiamento delle città ( e ce ne vogliono molte) con quelle destinate a proseguire in profondità (e anche di queste ce ne vogliono molte).
QUARTA CERTEZZA GRANITICA. “I russi sono così disorganizzati da abbandonare i carri in mezzo alla strada senza carburante!”. Perché a voi non è mai capitato di rimanere a secco il giorno dello sciopero dei benzinai? Il fattore logistico è in realtà il più complesso e difficile da trattare in ogni campagna militare, Ucraina compresa. Certo qualche problema l’hanno avuto ma fermatevi a riflettere un attimo. Come hanno fatto in otto giorni ad arrivare a Kiev, accerchiare Kharciv, Mariupol e altre città se la loro logistica è davvero messa così male? Correttamente, e con una certa efficacia, gli ucraini pare inoltre stiano attaccando frequentemente proprio le colonne logistiche, fattore che certamente provoca notevoli difficoltà a una forza, in modo particolare se è in offensiva, ma le difficoltà in guerra sono attese.

QUINTA E ULTIMA “C’è una colonna di 60 km di carri armati ferma a pochi chilometri da Kiev pronta a entrare in città e fare un massacro”. Se si esclude il Grande Raccordo Anulare sotto natale, 60 km di automezzi fermi vogliono dire che i russi hanno prima di tutto la certezza che l’aeronautica ucraina e i loro elicotteri non sono più operativi e che in secondo luogo hanno fatto avvicinare le forze in secondo scaglione per alimentare o sostituire quelle in primo che sono a contatto dal primo giorno dell’avanzata.
Queste alcune grossolane considerazioni che spero possano essere utili per meglio comprendere cosa succede a chi di noi si affida necessariamente alla TV e ai suoi racconti emotivamente coinvolgenti ma professionalmente puerili”…
e intanto i russi a oggi, 3 luglio, si sono presi mezzo Donbas….