UCRAINA – aggiornamento di situazione per il periodo 11-26 agosto.

la situazione generale nel periodo 11-26 agosto 2022 (foto p.Capitini)

VALUTAZIONE

In questi ultimi quindici giorni si è confermato come l’andamento del conflitto sia ormai indirizzato verso una guerra di attrito di durata difficilmente prevedibile. Una simile condotta bellica si sta dimostrando particolarmente gravosa per l’Ucraina che sebbene supportata in termini finanziari e con armamenti occidentali deve comunque constatare il lento dissanguamento delle sue migliori unità e l’allontanarsi di ogni realistica prospettiva di una grande controffensiva che porti alla riconquista, anche parziale, dei territori ormai in mano russa.

Sul piano internazionale desta sempre maggiore preoccupazione il rapido innalzamento del prezzo del gas che solo in parte può essere imputato alla guerra in Ucraina. Tuttavia i crescenti costi di approvvigionamento e le difficoltà di reperire fonti diverse da quella russa pongono molti paesi europei in una sempre maggiore difficoltà a sostenere la rigidità dell’embargo imposto alla Federazione russa, il che come conseguenza toglie progressivamente efficacia alla misura stessa spingendo la Federazione russa a mantenere alte – per quanto nella sua disponibilità –  le quotazioni del gas. L’effetto che si produce è duplice. Da un lato la vendita del gas sul mercato internazionale non aderente alle sanzioni frutta un extra gettito nelle casse di Mosca e secondariamente provoca danni che potrebbero essere permanenti al sistema produttivo europeo con effetti non inverosimili anche sulla tenuta sociale di molti paesi. Entrambe sono quindi armi di una certa rilevanza in mano a Putin.

Alexander Dugin e sua figlia Daria, morta in un attentato dinamitardo alla periferia di Mosca (foto WEB)

Tale situazione potrebbe- presto o tardi – esacerbare i dissidi sulla condotta e sul supporto alla guerra tra USA ed alleati europei. I primi puntano a una durata quanto più possibile estesa del conflitto nell’intendimento di minare così la leadership russa e determinare una crisi definitiva di quel sistema. I secondi vorrebbero invece una durata limitata del conflitto che riportasse la situazione a quanto di più simile possibile all’anteguerra. Su questa forbice è facile immaginare come la strategia russa sulla condotta del conflitto si inserisca con una certa efficacia. Per Mosca non si tratta quindi di proseguire con azioni militari eclatanti o con una decisa ripresa dell’offensiva; al contrario essa potrebbe avere tutto l’interesse a che sul conflitto cali una sorta di torpore che garantisca la definitiva acquisizione dei territori fin qui passati sotto il loro controllo (Crimea, Donbas e fascia costiera tra Kherson e Mariupol). Questa situazione potrebbe essere ufficializzata con la dichiarazione da parte di Mosca di un Cessate-il-fuoco sulle posizioni fin qui raggiunte. Un simile provvedimento di natura eminentemente militare, ma dalle forti ripercussioni politiche, non andrebbe confuso né con un armistizio, né tanto meno con la pace. Tuttavia si andrebbe a sistemare proprio sul punto di separazione tra desideri europei e americani. Si può seriamente immaginare che Germania, Francia e Italia, per tacere ad esempio dell’Ungheria ignorerebbero la eventuale proposta russa a favore del mantenimento degli aiuti in armi e denaro per Kiev? Difficile pensarlo. Sul fronte della guerra ad ogni costo rimarrebbero forse il Regno Unito, la Polonia, gli Stati baltici e poco altro.

un impianto GAZPROM (foto WEB)

A tale riguardo, anche se non molto pubblicizzato dalla stampa, prosegue il veloce e potente riarmo della Polonia che ormai sembra aver soppiantato la Germania come partner di riferimento americano in Europa centro-orientale. Questo fatto, insieme all’atteggiamento dei paesi baltici e dal recente ingresso di Svezia e Finlandia nella NATO non solo ha spostato i pesi dell’alleanza in Europa ma ne ha anche modificato la postura nei confronti di Mosca.

Per mantenere viva l’attuale gestione della guerra sarebbe ora Kiev a necessitare a che le operazioni proseguano e, se possibile, aumentino in dimensioni e intensità. In questo quadro potrebbero giustificarsi anche le azioni di bombardamento e di forze speciali sia in Crimea sia sul territorio russo a ridosso della frontiera ucraina. Circa alla possibilità di inquadrare in questa strategia di condotta anche il recente attentato contro la figlia di Alexander Dugin non si hanno prove a sufficienza del coinvolgimento dell’Ucraina, questo malgrado la velocissima istruttoria condotta dal FSB russo che in 48 ore sembrerebbe aver individuato l’autrice dell’attentato.

Mentre quindi sul terreno la guerra sembra non progredire non è detto che la situazione rimanga identica a quella di inizio estate, soprattutto per l’approssimarsi della stagione delle piogge che imporrà necessariamente un ulteriore rallentamento delle operazioni.

Qualora l’ipotesi – che resta solo un’ipotesi – di una Russia pronta a congelare il conflitto con un cessate-il fuoco anche il meteo potrebbe fornire un valido aiuto.

GENERALITA

Livello strategico

Il 23 agosto la Repubblica Federale Tedesca e la Repubblica Ceca hanno firmato un accordo per la vendita/cessione di 15 carri armati Leopard 2 versione A4 tedeschi in sostituzione di altrettanti carri T-90 ex-sovietici che la Cechia ha già inviato in Ucraina nell’ambito delle iniziative di sostegno alle forze armate di Kiev.

Il 24 agosto gli Stati Uniti hanno annunciato una nuova trances di aiuti militari all’Ucraina per un controvalore di 2,98 miliardi di dollari. Washington ha specificato che si tratta di sistemi per la difesa aerea, sistemi d’arma contro-drone, radar, artiglierie di vario calibro e relative munizioni. Il programma si svilupperà nei prossimi mesi e anni.

La Polonia prosegue nel suo programma di forte incremento di quantità e qualità delle proprie forze armate. Al riguardo il ministero della Difesa ha comunicato che sono in corso trattative con il governo sud-coreano per l’acquisto di 580 carri armati basati sul modello sudcoreano K2, di 648 obici semoventi K9 e di 48 caccia FA-50.

carro medio sud-coreano K2 black panther – 580 di questi carri equipaggeranno la forza corazzata polacca entro il 2030.

La CNN ha scritto che i primi 180 carri armati K2, prodotti da Hyundai Rotem dovrebbero arrivare in Polonia nel corso del 2022. Anche i primi 48 obici K9, prodotti da Hanwha Defense, dovrebbero arrivare quest’anno. La consegna di un secondo lotto di 600 obici inizierà invece soltanto nel 2024. Sempre in futuro, e sul territorio polacco, a partire dal 2026 è prevista la realizzazione di 800 carri armati potenziati oltre allo sviluppo di obici.

 Il conto economico dell’accordo tra Polonia e Corea del Sud non è stato reso noto. Ad oggi soltanto 15 Paesi schierano più di 2.000 carri armati. La Russia guida la classifica con 12.420, seguita dagli Stati Uniti con 6.612. Francia e Regno Unito ne hanno rispettivamente 406 e 227.

Il 22 giugno, in un sobborgo di Mosca, è stata uccisa Darya Dugin, figlia trentenne di Alexander Dugin, filosofo e si crede ispiratore della dottrina Putin sulla Eurasia. Darya Dugin è stata l’unica vittima dell’attentato che con un ordigno esplosivo telecomandato ha distrutto la sua auto. Al momento non si hanno notizie certe riguardo a mandanti ed esecutori che oscillano dalla pista ucraina fino agli attivisti anti-governativi. Mosca accusa Kiev di aver inviato una propria agente per compiere l’attentato ma gli ucraini negano un loro coinvolgimento. E’ comunque arrivata anche una rivendicazione di un gruppo russo finora sconosciuto, l’Esercito nazionale repubblicano

Nel Regno Unito prosegue il programma di addestramento di personale ucraino da parte dell’esercito britannico. L’obiettivo prefissato è di addestrate in tre mesi circa 10.000 uomini per renderli pronti al combattimento. Sono quattro le basi in UK destinate a tale scopo cui concorrono anche istruttori provenienti da Canada, Olanda, Danimarca, Nuova Zelanda e Paesi baltici.

Il presidente russo Vladimir Putin ha firmato un decreto per l’aumento del 10% degli effettivi delle forze armate. Si tratta di un incremento di 137mila militari. La misura entrerà in vigore dal 1° gennaio 2023. Prevede che l’esercito arrivi a due milioni di unità. Il Cremlino ha dichiarato che in Ucraina sono impiegati solamente soldati volontari e a contratto, respingendo le affermazioni secondo cui si starebbe pensando a una mobilitazione su larga scala.

Sua Santità Papa Francesco ha ribadito l’intenzione di una visita in Ucraina in settembre. Attualmente le relazioni tra Ucraina e Santa Sede si sono raffreddate in seguito alle dichiarazioni di Papa Francesco riguardo i caduti russi della guerra.

Il 25 agosto, sulla piazza commerciale di Amsterdam il prezzo del metano ha raggiunto i 233 euro per MegaWatt/ora. Alcuni governi europei, tra i quali Francia e Germania hanno già annunciato misure di razionamento per il prossimo autunno-inverno. Anche in Italia, sebbene sia in corso la campagna elettorale, inizia a farsi strada la medesima ipotesi. Il ministro dell’Energia italiano ha annunciato che le scorte nazionali sono giunte a circa all’80% della loro capienza, tuttavia il dott. Paolo Scaroni, amministratore delegato di ENI, ha tenuto a precisare che le scorte strategiche di gas, anche al 100% sono in grado di fronteggiare un emergenza di approvvigionamento per un tempo non superiore a 40 giorni e NON CONSENTONO in alcun modo di coprire i consumi ordinari nazionali.

Livello tattico

  • Gli USA invieranno una serie imprecisata di kit per l’adattamento del sistema lanciamissili contraerei a guida laser “VAMPIRE” (Vehicle-Agnostic Modular Palletized ISR Rocket Equipment system) al trasporto e al tiro da bordo di pick-up commerciali. L’arma è utilizzabile da un solo operatore e sembrerebbe avere un uso anti-drone.
Sistema Missili Contraerei VAMPIRE di produzione USA montato su un Pick-up commerciale

  • Sembra che il numero di lanciarazzi statunitensi M142 HIMARS (High Mobility Artillery Rocket System) impiegati in Ucraina sia di circa 20 da considerarsi tutti efficienti. Questo sofisticato sistema d’arma è in grado di lanciare diversi tipi di munizioni tra le quali la M30/31 dotata di guida GPS con gittata di 70 km e la M26 meno sofisticata e che copre una gittata di circa 30 km.
Lancia razzi multiplo M142 HIMARS di fabbricazione USA. Sembra che almeno 20 di questi sistemi d’arma siano operativi in Ucraina (foto WEB).
  • Si intensifica nell’area di Kherson, come in altre località occupate dai russi, l’attività partigiana ucraina. Numerosi sono i sabotaggi alla rete stradale, ai ponti e a veicoli russi isolati, nonché a personale ritenuto “collaborazionista del nemico” condotte da questi nuclei che appaiono sempre maggiormente coordinati con le attività dell’esercito regolare. Il ricorso alla guerriglia partigiana, che si presenta sotto la denominazione del “nastro giallo”, sta avendo un effetto rilevante sui movimenti delle truppe, ma soprattutto sull’organizzazione logistica russa.
  • Nella seconda metà di agosto la situazione lungo l’intera linea di contatto, lunga circa 800 km, non ha subito variazioni significative. Il grosso delle forze russe sembra essere stato rischierato nel settore sud, tra il mare e Zaporizhzhya, in posizione arretrata e baricentrica rispetto all’andamento della linea di contatto. Al momento sembrerebbe che oltre la metà dei gruppi tattici russi siano concentrato nel settore richiamato mentre il resto presidia/controllo i rimanenti sotto-settori nord (Kharkiv – Izium) e Centro (Kramatorsk-Sloviansk). Un simile schieramento sembrerebbe la costituzione di una robusta riserva strategica predisposta per contrattaccare un’eventuale offensiva ucraina condotta tra Kherson e Zaporhijia, ovvero preludere a una ripresa decisa dell’iniziativa russa nel settore sud.
  • Permane lungo tutta la linea del fronte il continuo ricorso al fuoco di artiglieria e missilistico indirizzato a colpire schieramenti di artiglieria ucraina, centri comando, depositi di materiali e munizioni, snodi ferroviari e unità a contatto. Si noti che il tempo medio di intervento dell’artiglieria russa in controbatteria – vale a dire aprendo il fuoco su schieramenti ucraini che avevano a loro volta aperto il fuoco su obiettivi russi – non supera i 2 o 3 minuti.
Lanciatore multiplo per missili superficie-superficie russi S-200 (foto WEB)
  • Fonti interne ucraine non confermate riferiscono di un sempre maggiore logoramento delle unità e dei reparti a contatto. Molte di queste unità sono infatti in linea fin dall’inizio dell’invasione russa. A differenza di quella russa la politica dello Stato Maggiore ucraino è stata di mantenere i livelli organici delle unità attraverso l’invio continuo di rimpiazzi ma con scarsissimi avvicendamenti di unità intere. Ciò ha comportato una profonda variazione nella composizione di questi reparti nei quali il numero di veterani addestrati e pronti è in continuo calo rispetto a quello delle reclute appena immesse.
un’ambulanza ucraina sulla linea del fronte – località sconosciuta (fonte WEB)
  • Altro settore particolarmente critico è quello dell’assistenza sanitaria alle truppe ucraine al fronte per il quali è difficile adottare un’efficace politica di sgombero. Ciò è in gran parte dovuto alla mancanza di personale medico/infermieristico, di posti di primo soccorso e di ospedali ROLE 1 (strutture campali in grado di erogare cure mediche di base, pronto soccorso specialistico, triage, rianimazione e stabilizzazione del paziente) nonché di mezzi MEDEVAC per lo sgombero dei feriti (elicotteri  ambulanze).

KHARKIV.

In questo settore da parte russa operano circa nr 10 gruppi tattici a livello battaglione rinforzati appartenenti al Raggruppamento Operativo Voronetz-Nord. Ad esso si contrappongono circa 4 brigate di fanteria motorizzata e una meccanizzata/corazzata ucraina.

Dopo qualche giorno di minore attività sono ripresi consistenti i bombardamenti sulla città e sulle adiacenze. In particolare il 22 agosto la città è stata colpita da una salva di missili superficie-superficie S-300. Il lancio ha fatto seguito a una serie di sortite di attacco contro le posizioni tenute dalle unità ucraine nella zona di RUBIZHNE. E’ da questa stessa zona che gli ucraini hanno bombardato con le loro artiglierie le linee di rifornimento russe nella zona di VOVCHANSK.

edifici a Kharkiv (fonte WEB)

Tra il 20 e il 24 agosto i difensori ucraini hanno respinto due o tre attacchi locali nelle adiacenze di BARVINKOVE. Località come BRAZHKIVKA, DOVHENKE, e BOHORODICHNE sono attualmente nella terra-di-nessuno o sotto un generico controllo ucraino.

Appare che anche in questo settore la linea di contatto si stia decisamente fortificando su entrambi i fronti, segno d’un improbabile una ripresa a breve dell’offensiva russa in questa parte. La posizione difensiva si sviluppa ora da SOSNIVKA, PRUDYANKA e DEMENTIIVKA, quest’ultima ancora in mano ucraina fino a VELYKI PROKHODY, attraverso MALE VESELE, TERNOVA fino a RUBIZHNE, località queste in mano russa.

Negli ultimi quindici giorni, se si escludono i continui interventi di artiglieria, l’attività della fanteria si è limitata ad alcune puntate offensive e alla ricognizione in forze condotta lungo tutto il settore di KHARKIV – IZIUM.

IZIUM.

La città e le sue adiacenze dopo una pausa di circa un mese, sono di nuovo sotto pressione. L’area è infatti di forte rilevanza perché porta di accesso alle due città di SLOVIANSK e KRAMATORSK, punti nevralgici dell’intero sistema difensivo ucraino nel Donbas.

Nel settore sembrano operare circa 20 gruppi tattici russi del Raggruppamento operativo Izium. Attorno alla città e a nord dell’autostrada l’esercito ucraino ha invece schierato 4 brigate di fanteria motorizzata e corazzata e almeno due battaglioni di fanteria di milizia.

SLOVIANSK – KRAMATORSK

In questo settore operano due Raggruppamenti Operativi russi: il Rostov-Nord forte di circa 10 gruppi tattici e il Raggruppamento Operativo Rostov-Centro composto da altri 6 o 7 gruppi tattici. Il sottosettore a sud di KRAMATORSK e fin oltre DONETZ è affidato invece al Raggruppamento operativo Rostov –Sud forte di circa 17 gruppi tattici. Sul livello di efficienza operativa e sulla capacità offensiva residua di queste forze non si hanno dati significativi.

un combattente ucraino (dal sito di Tom Cooper – foto WEB)

L’area denominata linea difensiva SEVERSK- BAKHMUT è difesa da 20 – 25 gruppi tattici dell’esercito ucraino che rappresentano il meglio dell’armata. Anche in questo caso non è possibile definire lo stato di efficienza operativa e il livello di completezza di tali unità che tuttavia stanno mantenendo saldamente le posizioni affidate.  I combattimenti si concentrano da giorni attorno a BAKHMUT dove le forze russe sono giunte a circa 2 km dalla cittadina.

Si riportano duri combattimenti negli abitati di IVANO-DARIVKA e SPIRNE che rimangono sotto il controllo ucraino.

Nella zona di BAKHMUT gli sforzi russi per la conquista di SOLEDAR, anche se in un primo tempo sembravano destinati a un rapido successo, sembrano ora essersi arenati. Osservatori locali hanno invece riferito di combattimenti casa-per-casa a BAKHMUTSKE. Sembrerebbe che i reparti ucraini siano riusciti a rinforzare la loro artiglieria in quest’area dove i russi incontrano seri problemi ad attraversare il terreno piatto e privo di ogni copertura che caratterizza questa zona. In assenza di progressi sul terreno i russi hanno ripreso i cannoneggiamenti e le incursioni aeree.

Più a sud i russi hanno il pieno controllo dell’abitato di PISKY. Da questa posizione, così come da est e da sud stanno cercando di acquisire il controllo del terreno fino a NEVELSKE. Come risposta sembrerebbe che il comando ucraino abbia rinforzato i difensori con due battaglioni di fanteria di marina.

Si hanno inoltre notizie che la 66a brigata meccanizzata sia entrata in linea nel tratto di settore difensivo tra ZOLOTA NYVA e PAVLIVKA. La stessa unità non era mai stata segnalata in questa zona.

DONETZ – ZAPORIJIA.

Lungo i quasi 200 km della linea di contatto tra DONETZ e ZAPORIIJA i russi hanno schierato il Raggruppamento operativo Vostok forte di una ventina di gruppi tattici. La difesa ucraina è affidata a circa 5 brigate di fanteria meccanizzata e corazzata e ad alcuni gruppi tattici di livello battaglione.

Questo settore è attualmente abbastanza calmo in quanto la densità delle forze contrapposte è insufficiente per l’avvio di operazioni significative.

La situazione all’interno e nelle immediate adiacenze della centrale nucleare di ENERHODAR è ancora confusa. Non vi sono più dubbi che il comando russo stia impiegando l’area dell’istallazione per lo stoccaggio di materiali e munizionamento. Dal canto loro gli ucraini dichiarano che proprio dal sito della centrale sono partiti colpi di artiglieria ai quali sono stati costretti a rispondere. Sembrerebbe che entro la fine di agosto o i primi giorni di settembre una delegazione di esperti dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (A.I.E.A.) visiterà il sito per assicurarsi delle reali condizioni di sicurezza e degli eventuali rischi. Nel frattempo dalla centre si sono verificate frequenti interruzioni nell’erogazione della corrente elettrica, soprattutto verso i distretti e le regioni ancora sotto il controllo di Kiev. La centrale fornisce elettricità a circa un terzo dell’intera Ucraina e la sua eventuale chiusura piomberebbe l’intero paese e le sue infrastrutture in una profonda crisi energetica i cui effetti avrebbero immediati riscontri sui combattimenti. Corre inoltre voce le i tecnici russi stiano lavorando per reindirizzare il flusso di corrente verso le regioni occupate di Crimea e Donbas.

KHERSON.

Tra la fine di giugno e la prima metà di luglio l’esercito ucraino aveva condotto un robusto e dispendioso contrattacco nella parte settentrionale dell’oblast di KHERSON e contro la periferia orientale della città. In particolare era stato colpito il ponte Antonovsky che attraversa il fiume BUG in città con il risultato che i rifornimenti russi per l’area di KHERSON dovranno viaggiare molto più a nord via NOVA KAKHOVKA.

Nei giorni scorsi il comando ucraino ha continuato a condurre una serie di attacchi locali contro le difese russe della città. In particolare nell’area di BLAHODATNE ma senza esiti significativi. Anche gli altri tentativi di acquisire posizioni nella periferia sono per ora senza successo e la guarnigione russa è in pieno possesso della città.

convogli ferroviari ucraini colpiti dal fuoco russo – malgrado l’intensità della campagna aerea russa contro le ferrovie queste assicurano ancora più del 80% dei rifornimenti ai fronte ucraino del Donbas.

Gli unici due ponti (ponte Antonovsky e ponte di Nova Kakhovka) che attraversano il fiume BUG collegando KHERSON all’est dell’Ucraina sono permanentemente sotto tiro dei M142 HIMARS ucraini. Al riguardo sembrerebbe che il genio russo stiano allestendo dei pontoni per garantire un minimo di collegamento con la guarnigione.

L’area tenuta dai russi a nord del fiume BUG è infatti una sacca profonda dai 20 ai 50 km e ampia circa 150 km da KHERSON a VYSOKOPILLYA- La testa di ponte di KHERSON completamente al di là del fiume BUG meridionale garantisce a Mosca una fascia di sicurezza alla regione della Crimea e alle altre aree sotto il controllo russo a sud del fiume. Da un altro punto di vista la stessa zona potrebbe anche fungere in futuro da base di partenza per eventuali offensive russe verso MYCHOLAYV e ODESSA.

Figura 4 Area di Kherson – la città è attualmente ancora in mano russa.

MELITOPOL il quartier generale russo in città e numerosi depositi di materiali, equipaggiamenti e munizioni sono stati colpiti con regolarità dall’artiglieria ucraina. La situazione è abbastanza seria visto che la stessa amministrazione di occupazione ha distribuito alla popolazione dei volantini su come sopravvivere a un attacco di razzi HIMARS.

MYKOLAIV e ODESSA

Continua il lancio di missili e il fuoco aereo e di artiglieria contro obiettivi attorno a ODESSA e a MYKOLAIV. Il 23 agosto quest’ultima è stata colpita da almeno quattro missili superficie-superficie S-300 e da un paio di Kh-31. Elicotteri d’attacco K-59 hanno colpito con razzi una cosiddetta “infrastruttura militare” alla periferia della città.

Elicottero d’attacco russo Ka 52 “Alligator”

Da ODESSA e dagli altri porti ucraini sul Mar Nero prosegue il trasporto di grano verso la Turchia e da qui verso le destinazioni finali.

CRIMEA e Mar NERO Un drone ucraino ha condotto un raid sulla base russa di Sebastopoli in Crimea in pieno giorno colpendo uno degli edifici del comando della flotta russa del Mar Nero. Questo è l’ultimo di una serie di attacchi contro istallazioni militari in Crimea condotte dalle forze armate ucraine. Ciò che ancora è sotto investigazione è se tutte o parte di questi attacchi siano stati condotti solo con missili/velivoli/droni o anche da forze speciali. Questo attacco segue quello avvenuto il 19 agosto presso l’aeroporto di SAKY e che ha comportato la distruzione di alcuni aerei dell’aviazione di Marina.

2 pensieri riguardo “UCRAINA – aggiornamento di situazione per il periodo 11-26 agosto.

    1. Grazie. Io ci credo davvero al fatto che ognuno di noi, nel suo piccolo, possa davvero far qualcosa al servizio degli altri. Ti ringrazio ancora.

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